Che faccia fai?

Obiettivi: con questo gioco i bambini si esercitano a osservare con attenzione l’espressione del viso dei compagni e a scoprire quali stati d’animo manifestano.

Partecipanti: età minima: 10 anni; numero dei giocatori a piacere.

Durata: tra i 15 e i 20 minuti.

Conduzione del gioco: Vorrei insegarvi un gioco con cui potrete imparare una lingua internazionale: quella della mimica. Voi tutti sapete che ognuno di noi può assumere, di volta in volta, un’espressione diversa. Guardate un pò la mia faccia. E adesso guardate come cambia. Fate una faccia feroce. Ora cambierò ancora. Fate una faccia allegra. Vedete quindi che posso assumere tante espressioni diverse. In fondo ognuno di noi cerca di capire che cosa esprime il volto delle persone con cui vive, per scoprire di che umore sono, che cosa pensano di noi e che cosa vogliono. Anche un bambino piccolo osserva con attenzione il volto della mamma, quando le fà una richiesta. D’altra parte ci sono bambini che, crescendo’ non guardano più con la dovuta attenzione il viso degli adulti e dei compagni. In questo modo si lasciano sfuggire importanti segnali. Vorrei che osservaste i volti delle persone che vi sono accanto più spesso e con maggiore attenzione, per cercare di capire quali stati d’animo manifestano. Per il nostro gioco ho bisogno di un volontario disposto a imparare questo linguaggio internazionale. Io gli sussurrerò a un orecchio: “Cercami un bambino che abbia in questo momento un’espressione di curiosità”. Il volontario osserverà i compagni, e quando penserà di aver trovato la faccia giusta, dirà ad alta voce: “Mi pare proprio che tu abbia una faccia piena di curiosità!”. Per verificare se ha interpretato bene il volto del compagno, gli chiederà: “Sei davvero curioso in questo momento?”. L’interpellato dirà se le cose stanno così. Chi di voi desidera essere il primo volontario? Altre espressioni presenti nel gruppo potranno essere: seria, allegra, stanca, annoiata, timorosa, impaziente, eccitata, arrabbiata, ecc. Parliamone insieme: Che cosa mi è piaciuto in questo gioco? Che cosa non mi è piaciuto? Mi riesce facile o difficile capire il linguaggio del volto? So che cosa esprime il mio volto, in genere? O non ci faccio caso? A quale volto dei miei compagni faccio più attenzione? A quale presto meno attenzione? Quale espressione dei miei compagni mi piace particolarmente? Quale espressione dell’animatore mi piace particolarmente? Quale invece mi fà paura? Chi, nel gruppo, ha molte ‘facce’ diverse? Chi, invece, ha quasi sempre la stessa espressione? L’esperienza ci dice… Poiché nella nostra cultura parlare di segnali non verbali è quasi un tabù, alcuni bambini inizialmente hanno difficoltà ad accettare giochi di questo tipo. E’ quindi straordinariamente importante far loro capire che hanno tutto il diritto di osservare e interpretare i segnali non verbali che vengono inviati. Questo gioco, comunque, ha senso soltanto se anche voi, in altre situazioni di gruppo, includerete nel processo comunicativo i segnali non verbali dei bambini. Invitate continuamente i bambini a scoprire che cosa esprime il volto e a verificare la loro percezione, domandandone conferma all’interessato. Li si allenerà, fra l’altro, alla sincerità reciproca e ad appianare malintesi, il che costituisce un importante insegnamento educativo.

Di admin

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